Sono le sei e venti quando con Sarah entriamo a Marina di Ravenna. La spiaggia - ad eccezione di un paio di ruspe che lavorano sulla riva - si presenta deserta: siamo arrivati ancor prima degli organizzatori....
Sarah mi guarda perplessa (al telefono aveva provato a dire che le sembrava un po’ presto trovarsi alle cinque) ma la buona notizia è che contrariamente alle previsioni, che davano vento e temporali, la giornata si presenta splendida, il mare è calmo e così non rischiamo di ripetere l’esperienza di Chioggia, dove il mese precedente la gara era stata rinviata all’ultimo momento.
Pian piano arrivano gli altri, rivedo Marco dopo un mucchio di tempo e Leonardo mi racconta il recente tour de force tra Sardegna e Sicilia (in due mesi ha già nuotato 80 km, complimenti!). Dopo la veloce punzonatura con gradita maglietta proviamo ad “assaggiare” l’acqua che si presenta con invisibili (quanto fastidiose) meduse e – nel miglior spirito della riviera romagnola – particolarmente ricca di alghe appiccicose e non troppo profumate – proprio Leonardo mi dirà che le acque di Filicudi, dove ha recentemente gareggiato, sono un poco diverse
Il percorso è un rettangolo da compiere due volte in senso antiorario. I lati corti sono strettissimi, mentre i lati lunghi sono facilitati (come piace al sottoscritto) da grandi boe di direzione. Per la prima volta da quando gareggio i lati lunghi non sono paralleli alla spiaggia, ma corrono verso il largo, con il lato di ritorno che costeggia il molo del porto.
La prima boa è molto vicina alla partenza e così – anche se non siamo più di ottanta – parto lontano dagli altri per non prendere inutili botte. Cerco di nuotare forte, ma la mia preparazione non è niente di eccezionale e lungo il primo lato lungo perdo tutto il gruppo di riferimento. Procedo da solo, sperando invano che qualcuno mi sorpassi e cercando con molte difficoltà di leggere il percorso. Nonostante le grandi boe di direzione non riesco a seguire la linea ideale - lungo il lato di andata ho la sensazione che la corrente mi sposti verso Sud, lungo il lato di ritorno che il mare mi spinga verso il molo a Nord - e visto che è difficile che ci siano correnti così diverse in uno spazio tanto ridotto le mie sono solo spiacevoli fissazioni di un nuotatore solitario con poco braccio.
Alla fine del primo lato del secondo giro mi sorpassa finalmente qualcuno: è Valentina, che avevo già seguito con successo a Castiglione. Valentina si volta e mi urla che anche lei non riesce a vedere il percorso. Nessun problema per me, visto che zigzago solitario da tre chilometri, ma non riesco a tenerle dietro e dopo centro metri di inseguimento non la vedo nemmeno più.
L’ultimo lato è facile perché ho finalmente capito cosa devo tenere a riferimento sulla spiaggia.
Arrivo stanchissimo; Raffaele (prima gara quest’anno, secondo in categoria) è già arrivato, in un lapis arriva Nicola e un po’ più distaccato Andrea, mentre Sarah ha rotto gli occhialini e si è ritirata.
Piccolo buffet e – per evitare l’ingorgo pomeridiano lungo l’adriatica – ripartiamo subito alla volta di casa. Ho fatto una pessima gara, ma come sempre la cosa più importante è il mare!
Raffaele
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