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Giovanni Bozzolo
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Maratona degli Etruschi 2022
di Raffaele Gambigliani Zoccoli
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A Piombino arrivo presto e quando mi affaccio sul golfo della partenza intuisco che sara' una giornata difficile: non sono nemmeno le sette e l'onda si è gia' alzata. Ma di vento e correnti non ci ho mai capito nulla – tocca chiedere a un esperto - mi guardo intorno e vedo Giampaolo:
"Abbiamo il vento a favore, dico bene?"
"Eh no" risponde scuotendo la testa, "avremo il mare contro per tutta la gara".
Ah ecco…

…e allora non resta che consolarsi con la consueta punzonatura veloce, la gradita maglietta e le tante "belle facce" che dal 2020 ho visto ben poco.
Il percorso è identico a quello dell'ultima edizione (2019): da Calamoresca si nuota verso Sud per circumnavigare lo scoglio del Falcone, poi la gara si snoda per 7 km verso nord fino al golfo di Baratti dove si nuoteranno i due chilometri finali fino alla spiaggia. Le boe sono da tenere a sinistra lungo la costa e a destra a Baratti. Ma il problema principale, almeno per me, non è rappresentato dall'onda, ma dall'acqua calda, 27 gradi secondo le misurazioni dei giudici.

Partiamo tutti insieme e l'obiettivo del mio primo chilometro è non prendere inutili botte – e così dopo lo scoglio del Falcone scelgo una linea molto piu' esterna rispetto agli altri. L'idillio della mia nuotata in solitaria finisce dopo una ventina di minuti quando un poliziotto con tanto di lampeggiante mi invita a "costeggiare". E allora, tra caldo-onde-meduse (perché ci sono anche quelle) mi affianco mio malgrado a un gruppetto di una trentina di master che mi "perseguitera'" per tutta la gara.

Mentirei se dicessi che non amo la scia (specie in una gara così lunga) ma odio nuotare in un gruppo così numeroso dove oltre ad essere sempre risucchiato verso il centro (non ho mai capito perché) mi devo confrontare con alcune specie protette e cioè:
1) gli "anfibi"; quei nuotatori che non riescono a non dare una decisa gambata a rana ogni sette/otto bracciate - come se non avessero mai fatto una gara in mare e non sapessero (visto che anche loro sono in scia) che potrebbe essere non gradita da chi li segue;
2) i "golosi"; una specie in continua evoluzione che parte con una settantina di integratori (mi sono sempre chiesto dove riescano a metterli) – li riconosci facilmente perché ogni due o trecento metri cominciano a zigzagare mentre tracannano i loro carboidrati colorati – alcune varianti di questa specie (solo alcune per fortuna) contribuiscono all'inquinamento dell'ambiente con le loro abbondanti scorie;
ma soprattutto la categoria piu' resiliente di tutte, quella delle:
3) "talpe" che per la legge di Murphy sono contemporaneamente i piu' veloci e i meno egoisti del gruppo; non sei una vera talpa se non stai davanti al gruppone (che ti tallona senza pensare) e se non allunghi il percorso anche quando ti basterebbe seguire la linea perfetta della natura.

Ma ho divagato.

Per i sette chilometri lungo la costa combatto con il caldo (il nemico principale), l'onda e "il gruppone" che causa le condizioni meteomarine non si sfalda come al solito. Ho tanti difetti ma il percorso lo vedo bene, per cui appena posso mi stacco e nuoto da solo ma "il gruppone" anche se macina molti piu' chilometri del dovuto è molto piu' veloce del sottoscritto e non riesco a non incrociarlo continuamente. Al sesto chilometro capisco di essere alla frutta, ho troppo caldo e ho la sgradevole sensazione di non avanzare di un metro, per cui penso di ritirarmi a ogni bracciata - in questo scenario da sogno non mi sto divertendo affatto.

Quando finalmente arriviamo nel golfo di Baratti le talpe decidono di andare a prendere un aperitivo al Porto. Allora – penso - c'è qualcuno lassu', adesso li metto tutti dietro – però i giudici sono buoni – fischiano fischiano all'indirizzo delle talpe - che almeno ci sentono - e li privano dell'aperitivo al porticciolo. Per conto mio sono in piena agonia mentre il gruppone mi raggiunge (sic) per l'ennesima volta. Continuo a pensare al ritiro (ci penserò persino dentro all'imbuto) e riesco ad arrivare dopo 200 minuti di caldo e fatica, con un passo di due minuti ogni cento.

Raffaele è gia' asciutto e ha vinto la sua categoria e in poco tempo arrivano Andrea e Luca mentre Cristina sara' una delle tante ripescate per sopraggiunto tempo limite (ci saranno quasi 30 non classificati tra i 120 partenti).

Passo un paio di ore in Pineta cercando di riprendermi – pensando con angoscia al viaggio di ritorno - mentre la perfetta macchina organizzativa del Nuoto Piombino continua con il pasta-party e le premiazioni. La mia medaglia è essere arrivato all'arrivo, non ho né l'eta' né la velocita' per fare queste prove di forza, penso e ripenso sul pullman che ci riporta a Calamoresca.

Ma tant'è. Come sempre un grazie a giudici ed organizzatori, bravi a gestire in sicurezza una gara così difficile!
A presto

Raffaele
Ps. Mentre scrivo (lunedì) mi arriva un messaggio di Cristina. "Oggi a Calamoresca il mare è una tavola!" Ma questo - forse - è il bello del nostro sport.



 
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