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by
Giovanni Bozzolo
e-mail
Ravenna 2017
di roberto vignocchi
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Faccio da umile riserva narrante al mio caro compagno di squadra Raffaele (Gambigliani Zoccoli, in ritiro sulle coste toscane ad allenare la Byron. ndr), per esporre quanto occorso al Trofeo Gianni Gambi di Marina di Ravenna, intitolato al celebre fondista ravennate che negli anni ’30 ha scritto la storia del nuoto in acque libere internazionale.

Due le gare in programma, in ordine la 5km e a seguire il miglio marino a cui ho partecipato.
Non vorrei fare un resoconto troppo tecnico sulla nuotata (percorsi, boe, correnti, onde, avversari...ecc.), bensì fornire qualche informazione utile di biologia marina in merito ai piccoli animali acquatici gelatinosi muniti di ombrello e tentacoli, che di tanto in tanto inquietano i praticanti di questo sport nelle acque dei nostri mari: le meduse.

Ero in attesa della conclusione della 5km.
Osservando alcuni atleti uscire "infastiditi" per le punture improvvidamente subite, ho cercato di capire bene cosa avrei incontrato in acqua nel successivo miglio con l'intento di mettere al servizio di tutti l'incombente esperienza.

Due le specie di meduse presenti in questo tratto di mare adriatico, la Rhizostoma Pulmo e la Carybdea Marsupialis. Definirò le suddette per nostra utile convenzione, rispettivamente "Polmone" e "Cubomedusa". Entrambe sono facilmente riconoscibili ma, come si capirà, non altrettanto visibili.

La "Polmone" è tra le medusa più grandi del Mediterraneo: il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Il colore è bianco, con un orlo blu lungo il margine dell’ombrello. Il portamento è maestoso, le pulsazioni sono lente e possenti. Non ci può far male in quanto i suoi tentacoli sono impercettibilmente urticanti e privi di cnidocisti, e guardarla nel suo ambiente è davvero uno spettacolo. Al Gambi ne ho viste numerose con ombrello avente diametro di 10-30 cm nuotare ad una profondità variabile dai 30 cm al metro e mezzo. Con le mani se ne urtavano parecchie percependone la consistenza gelatinosa ma nessuna puntura. Impossibile comunque non vederle.

La "Cubomedusa" invece è molto piccola, blu trasparente, con l’ombrello cubico che misura dai 4 ai 5 cm circa, è armata da 4 lunghi (20-50cm) tentacoli bianchi. Nuota in modo molto vigoroso e si sposta facilmente. E' attratta dalla luce e si avvicina alla costa durante la notte. Si trova pertanto in superficie ed è difficile vederla mentre si nuota. Subdolamente ti "punge" senza farsi vedere. Al Gambi ce n'erano davvero poche ma chi l'ha toccata per la prima volta (a me non è successo...) non si dimenticherà facilmente del suo sfioro. Fortunatamente non possiede un veleno mortale: le sue punture sono molto dolorose, ma gli intensi effetti sono brevi.

Il trattamento della parte urticata? Ogni atleta, accompagnatore e turista (non colpito...) in questi casi si improvvisa dottore (un po come si fa con l'allenatore di calcio...). Chi suggerisce la sabbia calda, chi la pipì, chi l'ammoniaca, chi il ghiaccio, ...ecc. La prima cosa da fare è lavarsi con acqua di mare e non con acqua dolce perchè questa favorirebbe la scarica del veleno delle cnidocisti. L'acqua di mare (ottimo sarebbe scaldarla ad una temperatura di 40-50 gradi) invece pulisce la pelle diluendo la tossina non ancora penetrata. Per avere un’immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è bene non grattarsi e applicare un gel astringente al cloruro d’alluminio. Si può far preparare dal farmacista indicando una concentrazione al 5%.

Tornando al Gambi trattasi di una manifestazione ottimamente e simpaticamente organizzata dall'ANMI (associazione nazionale marinai) sfortunatamente, ahimè, concomitante con i campionati Italiani di Scanno. Bella la maglietta. Buono il buffet a fine gara. Premiazioni con medaglie solo ai primi di categoria ma altri vari coppe e trofei. Percorso facile in acque ben protette dalla lunga diga foranea, nutrita assistenza di natanti.

Per me era la prima volta al Gambi e non sarà l'ultima....
Roberto Vignocchi

 
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