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Giovanni Bozzolo
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Byron 2013
una riflessione di sandro visani
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Sono Sandro Visani, master Nuoto Piombino. Sono appena arrivato a casa da Lerici, dove ho portato a termine, con molta fatica, la Coppa Byron.

Vorrei entrare subito nel merito della presente per far luce su di un aspetto della gara, e ahimè molto frequente anche in altre competizioni: quello della visione dellle boe da parte del nuotatore.

Chi ha fatto oggi la gara lo sa, è stata dura. Mare mosso, sia in entrata dalla diga che in uscita, poi 7,5 km non sono uno scherzo, sono un bello sforzo.

Le boe, di un color arancione bello acceso, si vedevano da lontano; sono sicuramente le boe piu' belle che ho trovato a giro per l'Italia a furia di far gare. E appunto si vedevano da lontano, tutte, ma non l'ultima perchè c'era una barca davanti.

Proprio l'ultima, quella che ti fa assaporare l'arrivo, quella che diventa sempre più grande man mano che nuoti; quella dove fai il resoconto delle tue energie e le rilasci piano piano, tanto è l'ultima. La visione dell'utima boa ti tira fuori energie che fino ad allora non sapevi nemmeno di avere.

Che dire, tutto questo è stato rovinato da una, due imbarcazioni che "stazionavano" proprio davanti.

Basterebbe poco, basterebbe non far mettere imbarcazioni in linea d'aria con le boe, ma defilate ,in modo che il nuotatore non abbia da far salti mortali per trovare la boa, ma con una semplice occhiata vede quel bel punto arancio che gli indica che le sue sofferenze stanno per finire.

Ho parlato con molti compagni, e tutti mi hanno confermato la stessa cosa, così io lo dico, chissa' forse la prossima volta le cose saranno diverse.

Viva il nuoto in mare

 
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