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Giovanni Bozzolo
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2012 Scampoli di fine stagione
di giulio votano : la coppa head
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A chiusura della stagione del nuoto in acque libere, qualche riflessione con la «penna intinta nel curaro».

La gara di chiusura del circuito di mezzofondo, una duemiladuecento metri anticipata da una non competitiva di ottocento, è organizzata in una cornice incantevole, nonostante le condizioni climatiche non inducano l’animo all’apprezzamento di un percorso sviluppato su due piccole baie contigue.

Infatti, dopo un diluvio terminato alle 10.30, il cielo cupo su un mare calmo ha minacciato di ripetersi con la pioggia, il che è puntualmente avvenuto durante la fase terminale della gara e all’arrivo, inducendo i partecipanti a occupare ogni spazio minimamente coperto (gazebo, tendoni, portici).

L’organizzazione della manifestazione – inserita nell’ambito dei festeggiamenti per il santo patrono di San Michele di Pagana, frazione di Rapallo affacciata verso Santa Margherita Ligure costituita da un borghetto proteso sulle due baie delimitate dalle tre prie (pietre), tre scogli – ben supportata dall’equilibrio e dalla correttezza del giudice arbitro, ha consentito uno svolgimento regolare, con efficiente accoglienza, rapida effettuazione della punzonatura, percorso ben segnalato e oggetto di una precisa spiegazione prima della partenza, ricco buffet di salati e dolci al termine della gara e cerimonia di premiazione con giusto riconoscimento formale e gratificanti premi dello sponsor.

Nel quadro entusiastico va, tuttavia, dato conto della scelta di effettuare – con centosessanta iscritti e circa centotrenta partenti – una partenza unica.

Nei giorni precedenti la gara risulta che gli organizzatori avessero lanciato un sondaggio e a parte un’unica voce – femminile e romana – dissonante, sembra che la generalità si fosse espressa per la partenza unica, con la motivazione di una maggiore carica adrenalinica e di un più elevato grado di divertimento e competitività.

Poco prima dello start, era circolata voce che da parte del giudice arbitro vi fosse stato il suggerimento di dividere i partenti in due gruppi, ma alla proposta era stato opposto l’esito del sondaggio e il conseguente vigore del principio maggioritario, valevole anche in una democrazia natator-telematica.

Chi scrive, appartenendo alla leva giurassica dei master sopra i cinquanta anni, ritiene al proposito che su percorsi brevi, con la prima boa ravvicinata, e con una platea di partecipanti assai variegata quanto a età e vanti prestazionali, la «simpatica baraonda» della partenza, più che sgranarsi alla prima boa, tenda fatalmente a trasformarsi in tonnara degenerando infine in mattanza… perché qualche sberla e qualche calcio ci possono anche stare, ma che la pulsione agonistica (!!!) spinga ad atteggiamenti devastanti dell’altrui integrità fisica, non è tollerabile!

Si dà così il caso che l’isolata voce femminile romana sia rimasta vittima della furia incontenibile di un mastodonte che, non pago di averla affondata con tutto il peso di bracciate degne di uno zappatore, alla comprensibile reazione ha opposto equinamente un calcio sullo zigomo, i cui effetti sono testimoniati dalla ripresa filmata effettuata dall’organizzazione e resa disponibile su Youtube, che mostra all’arrivo una Laura Palasciano palparsi lo zigomo dolente non certo per la sollecitazione prodotta dalla furia dei marosi.

Che poi lo scrivente, per risarcire il torto, si sia per l’occasione trasformato in un picchiatore nei confronti del pirata del mezzofondo conta poco: anche perché lo stesso scrivente ha dovuto subire le intemperanze da incontenibile pulsione agonistica di un giovane virgulto M35, tal Gabriele Rossello, che dopo aver beneficiato della scia durante la gara, nel rush finale dell’imbuto, pur con tutta evidenza non essendo in concorrenza con il rappresentante della leva giurassica M50, costrettolo contro la corda fino all’arrivo, contro l’ordine indicato dal giudice all’arrivo affermando di essere vittima di un sopruso da parte del vegliardo sgomitava con veemenza ripristinando l’ordine asseritamente violato (!). Di tutto vi è testimonianza visiva al minuto 22:28 del filmato degli organizzatori.

Ci si pone dunque qualche domanda: a parte l’incontenibile pulsione agonistica, e seppur nella trasversalità tra età, esperienze, formazione, tipica del movimento master, trasversalità che nelle gare in acque libere si accentua nella indistinzione e nella «fluidità» dei percorsi, delle distanze, dei gruppi, non è forse un po’ esagerato «fisicizzare» il confronto fino alla soglia dello scontro fisico? E se sussistono questi pericoli da iper-competizione, non è meglio sacrificare un po’ il desiderio del «casino in partenza» adottando delle cautele tipo la partenza a ondate o a gruppi?


2. FESTA DI CHIUSURA MASTER - MEZZOFONDO - 1.5 KM
La risposta la si trova una trentina di chilometri più a sud, a Sestri Levante, il giorno dopo, dove il settore Master della FIN ha organizzato la prova finale sprint mezzofondo.
Augusta Sardellitto, con Giovanni Bozzolo, Roberto Migliori, Franco Locascio, Cinzia Farina (e perdonino i non nominati…) – dopo aver terminato i lavori della Commissione e, presumibilmente, essersi prodotti in una danza del solo e del mare calmo – accolgono nella Baia del Silenzio i rumorosi master in un contesto meteorologico estivo per una millecinquecento metri intorno ai natanti ormeggiati.
In questo caso, nonostante il minor numero di partecipanti e la discreta distanza della prima boa dalla partenza, la regola imposta è quella di una divisione in due ondate: maschi fino alla categoria M50 compresa (la leva giurassica in questo caso ha guadagnato i galloni dell’eccellenza prestazionale…!!!), femmine con i maschi dalla categoria M55 in su. E considerata la presumibile brevità della durata del percorso, è stabilito che il secondo gruppo parta dopo l’arrivo di buona parte del primo.
La scelta, oltre a evitare che uno sprint di mezzofondo si trasformi in un incontro collettivo di kickboxing, consente anche ai partecipanti – complice il sole e la luminosità del cielo sereno e la pressoché piena visibilità del campo gara, salvo il lato coperto dalle barche ormeggiate – di fruire della visione di una parte della gara, quella disputata dall’altra ondata.
Il clima del contesto è – salvo qualche rara eccezione – vacanziero come il meteo illude che sia: la gara si disputa regolarmente e senza incidenti né contestazioni, il percorso è semplice e ben segnalato, l’imbuto visibile e in mancanza del tabellone è necessario toccare alla fine dell’imbuto una delle due «palle» (sarà mica un gesto apotropaico di buon augurio per la prossima stagione?). È possibile complimentarsi all’arrivo e fare il tifo fra un’ondata e l’altra, un ricco buffet, con focaccia dolce e salata, vino bianco fresco, frizzante e piatto, apre la porta a una cerimonia di premiazione con la promessa di tentare di restituire a questa manifestazione – entusiasmante, sia per il suo essere uno «sprint» in acque libere, sia per la sua location in una baia ligure caratteristica e naturalisticamente affascinante – la dignità di campionato italiano come fiocco di chiusura della stagione in acque libere.
Con l’auspicio espresso si archivia la stagione delle acque libere 2011-2012.
Giulio Votano

 
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