Per la seconda gara del Giglio del 2024 parto dalla fine.
Dal buffet.
Qualche gara ormai l'ho fatta, ci sono manifestazioni dove al traguardo non trovi assolutamente nulla (sic), altre dove c'e' un pallet di bottigliette d'acqua calda, alcune dove trovi un piattino con un piccolo pezzo di focaccia del giorno prima insieme a una mezza banana annerita e una fettina di melone, poi ci sono quelle piu' ricche, con pizzette, dolci, gnocco e coca-cola - e infine i pasta party (quelli che preferisco). Al Giglio, non solo c'e' il pasta-party, ma ci sono almeno quattro tipi di pasta diversi (abbondanti) a base di pesce. Numeri uno! Peccato - pero' – che quando arrivo al buffet ho piu' voglia di vomitare che di mangiare, e finisco per perdermi il piu' bel rinfresco di sempre.
Ma e' ora di riavvolgere il nastro.
La seconda gara del Giglio del 2024, con 650 km di auto da sciropparmi nel primo week-end da bollino nero d'agosto, e' solo una voglia dettata dalla magnificenza del luogo.
Come sempre arrivo presto e in un bar del porto incrocio il Meo che oltre a togliermi tutte le certezze sulla dieta a base di carboidrati che seguo nei giorni precedenti alla gara - lui mangia tonno fresco innaffiato da birra – mi preannuncia che ci sara' mare mosso.
E purtroppo – dopo una camminata di un chilometro e mezzo fino alla spiaggia delle Cannelle – devo ammettere che ha ragione. Il mare 'sta montando' - questo non ricordo nemmeno chi me l'ha detto.
Punzonatura con piccolo telo da spiaggia e siamo pronti per partire. Il percorso e' un triangolo irregolare da percorrere tre volte in senso antiorario; con prima boa a ridosso degli Scogli delle Scole, seconda boa alla sinistra del piccolo golfo verso Punta dello Smeraldo e terza boa alla destra del Golfo nel punto della partenza. Al termine dei tre giri ci si muove un'altra volta verso i due scogli (dove e' posizionata una seconda boa) per poi passarci in mezzo e puntare all'arrivo posto alla Caletta del Saraceno, subito prima del porto.
Al via rimango (come sempre) tutto a destra, per dieci metri guardo i ricci di mare e i mille pescetti neri sul fondo e poi comincio a prendere secchiate d'acqua. Bevo, ribevo, continuo a bere, a ogni bracciata non c'e' modo di non bere - se sapessi solo respirare a sinistra.... Faccio tutto il primo lato da solo bevendo tonnellata d'acqua salata e alla prima boa mi accodo a un gruppo di almeno venti master, un gruppo troppo numeroso per i miei gusti. Penso che il peggio sia passato, e invece continuo ad essere sballottato da tutte le parti - almeno non bevo pero'. Non c'e' nient'altro da fare che rimanere dietro al gruppo, cercando (invano) di non dare fastidio a chi mi precede e dall'altra di non prendere inutili gambate a rana che tutti piu' o meno consapevolmente cominciano a dare quando guardano la direzione.
Alla seconda boa del primo giro comincia il secondo giro.
'Uhm…' mi dico, 'qualcosa non quadra'.
E mentre ricomincio a bere ad ogni bracciata nel lato piu' difficile della gara penso che ci siano solo tre possibilita':
1) il mare mi ha dato alla testa e non so piu' contare;
2) mi sono perso il momento della virata alla seconda boa stando ultimo del gruppo;
3) questo folto gruppetto si e' dimenticato di una boa.
Beppe che si ritira quasi subito e rimane su una barca mi confermera' che in acqua e' successo un po' di tutto. Le barche dei giudici – del resto - sono impegnate a risistemare una boa sganciata e a recuperare i numerosi ritirati e non riescono a indirizzare tutti. Io continuo a nuotare, ma oltre a cercare di sopravvivere mi rimarra' il dubbio di aver tagliato sino all'arrivo (e anche adesso del resto).
I dubbi morali non sono pero' l'unico problema, perché quando arrivo al traguardo sono esausto, il tempo di gara complice il mare 'montato' e' stato molto piu' alto del solito e ho il vomito per tutto quello che ho bevuto. Mi tolgo il costumone e mi stendo in un raro pezzettino di ombra insieme a Simone e Andrea, entrambi provati come me. Il mio compagno di squadra come al solito e' andato a podio, secondo di categoria dietro Guido - mentre la mia conterranea Vanessa e' prima tra le donne.
Ma e' gia' ora di tornare - troppa strada da fare - e alle tre sono gia' sul traghetto.
Come sempre grazie ai giudici che hanno dovuto fare gli straordinari (per quanto mi riguarda non mi sono mai sentito a rischio, era solo una gara molto impegnativa) e agli organizzatori – con il loro buffet davvero straordinario!
A presto
Raffaele
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