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Giovanni Bozzolo
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Piombino Perelli 2018
di raffaele gambigliani zoccoli
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Mai stato a Piombino località Perelli e quando arrivo comincio inconsciamente a sorridere perché le condizioni meteomarine sembrano “disegnate” per il mio modo di nuotare: giornata calda, acqua fredda (senza esagerare) e cristallina (nonostante il fondale sabbioso) oltre a un mare piatto come una piscina durante l’orario di chiusura.

A partire siamo i soliti cento e dopo la punzonatura veloce con gradita maglietta siamo già in spiaggia a studiare il percorso: un rettangolo stretto da compiere due volte in senso antiorario, con il primo lato lungo spostato verso il mare aperto.

Dopo l’Elba i tempi organizzativi tornano nella norma e al fischio di partenza comincio a spingere come se non ci fosse un domani, ci do dentro per quasi un chilometro a metà del primo lato lungo mi accodo a un master dalla cuffia bianco-grigia dall’andatura sostenuta - fatico a stargli dietro, ma anche quando allunga la visibilità è talmente buona che posso permettermi una “scia lunga”. Nuoto senza mai alzare la testa godendomi il mare e quando finalmente la tirò su (ho sempre paura di dare una capocciata a una boa) vedo che il mio battistrada ha perso tutti quelli davanti. Ahia, mi dico, vuoi vedere che adesso mi tocca tirare? - e invece lui non si perde d’animo e si farà tutta la gara davanti - io non lo aiuterò ma nemmeno i tanti master dietro di me gli daranno una mano.

Verso la metà del primo lato lungo del secondo giro l’idillio si spegne, da dietro i master cominciano a scalpitare e a toccarmi i piedi – poi sento qualche “carezza” alle costole – poi vedo qualche mano pericolosamente vicina ai miei occhialini - io intanto penso “cavolo ma il mare è grande, proprio attaccati a me dovete nuotare che sto così bene dietro a cuffia bianco-grigia?” - ma non c’è niente da fare, a forza di carezze perdo la scia e a cinquecento metri dalla fine mi sposto per non prendere botte. Tutto il gruppetto mi supera - da destra, da sinistra e qualcuno anche da sopra (il mare è grande…) - Giuseppe del Grosseto al traguardo mi dirà: a un ‘erto punto hai ‘ambiato la bra’’iata, si vedeva ‘he eri ‘otto… - e riesco a conservare solo un po’ di energia per lo sprint e per correre a ringraziare il mio eroe, il master dalla cuffia bianco-grigia che ha tirato per tutta la gara.

Sono l’ultimo dei modenesi (sic!) e quasi tutti sono riusciti ad andare a medaglia nelle rispettive categorie, Aurora (1°), Raffaele (1° dopo due anni di assenza dalle gare, gran ritorno per la nostra punta di diamante!), Benedetta (3°), Marco (3°), solo Robby è rimasto a bocca asciutta visto che anch’io sono riuscito a conquistare una medaglia simbolica: dopo oltre dieci anni di tentativi sono finalmente riuscito a battere Leo de Prato - è lui stesso (quasi più felice di me) a comunicarmelo al traguardo – adesso Leo siamo circa sessanta a uno per te, ma posso recuperare…

Parto subito per evitare il traffico e quando al pomeriggio mi faccio un bagno di defaticamento in una nota località della Versilia è come entrare in un film dell’orrore rispetto alla mattina. L’acqua è torbida, non si vede a un metro e gigantesche meduse bianche impediscono di fare più di cinque bracciate consecutive. Per l’ennesima volta mi chiedo per quale motivo il mare più brutto della Toscana sia diventato quello più elitario e costoso, forse alla gente non interessa nuotare o forse ci sono logiche che mi sfuggono….

Un grazie agli organizzatori (era tanto che non partecipavo a una gara del Piombino, bravi!) e come sempre ai giudici.

A presto
Raffaele

 
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