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Giovanni Bozzolo
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2013 Villasimius
la sfortunata edizione della 'gran fondo'
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Due interventi raccontano la cronologia dell'annullamento della gara, decisione presa al termine di una lunga serie di spostamenti e variazioni. Il primo si limita a una semplice e nitida esposizione dei fatti; il secondo chiama pesantemente in causa l'organizzatore.

Alessandro Fortuna RINASCITA TEAM ROMAGNA


Giovedì scorso, con 3 compagni di squadra, mi sono recato a Villasimius per disputare la gran fondo di venerdì 6 settembre.

Non un appuntamento qualunque, ma l'obiettivo dell'intera stagione. Un traguardo difficile per chi, come noi, ha una certa età e dedica al nuoto lo spazio che resta dopo lavoro e famiglia. Mi sono allenato parecchio negli ultimi mesi, mettendo a dura prova me stesso, e, soprattutto, la pazienza di mia moglie.

La mattina della gara ci presentiamo alla spiaggia del Giunco (PERCORSO A della locandina), cioè il ritrovo indicato dall'organizzazione. Il mare è "lungo" ma sostanzialmente nuotabile.

Penso fra me che sarà dura e che dovrò davvero dare fondo a tutte le energie per finirla bene. Vedremo. La Capitaneria di Porto però decide che non ci sono le condizioni per disputare lì la prova, pertanto veniamo accompagnati nella spiaggia attigua ma ridossata dal vento, quella del Riso, quella che nella locandina pubblicata tempo addietro era indicata con PERCORSO B. Arriviamo e troviamo le boe già posizionate.

Si procede alla punzonatura, ci viene spiegato il tracciato e in pochi minuti cominciano i riti pre-gara. L'integratore, la crema antisfregamento, si ricontrolla la tabella dei rifornimenti, si scherza con chi, armato di pazienza, dovrà sorbirsi tante ore in mare per assisterti e spronarti.

Verso le 10:00 - 1 ora dopo l'orario di partenza previsto - ci convoca il Giudice Arbitro per un ulteriore briefing. Ci viene spiegato che l'autorizzazione della Capitaneria di Porto a disputare la gara in questo specchio d'acqua non c'è (non era stata richiesta prima..), pertanto se vogliamo possiamo fare una nuotata tra amici, una scampagnata. Niente gara del circuito federale, niente punti, niente prova che Sì, ho fatto una gran fondo. Inizia una trattativa estenuante con noi - gli atleti - a mediare tra organizzazione e Giudice Arbitro per trovare una soluzione. Proponiamo di sentire la Capitaneria se può riconsiderare il parere negativo sulla spiaggia del Giunco (PERCORSO A della locandina, quello originale) e, in caso affermativo, di farla là. Passano altri minuti ed arriva il nulla osta.

Ci vengono assegnati i gommoni, saliamo a bordo e partiamo, via mare, per tornare al Giunco.
Contemporaneamente, l'organizzazione provvede a ritirare le boe dalla spiaggia del Riso e le sposta dall'altra parte del promontorio.

Arriviamo a destinazione alle 11:00.
I gommoni con gli atleti a bordo iniziano un lungo valzer in cui si attendono istruzioni.
Passa un'altra mezz'ora e arriva l'indicazione di andare sulla spiaggia.

Ci tuffiano e raggiungiamo la battigia, mentre i gommoni aspettano al largo la partenza.
Troviamo il Giudice Arbitro.
Con nostro stupore ci dice che, nonostante l'ok della Capitaneria di Porto, non può far partire la gara in quanto mancano i requisiti di sicurezza minimi.
Nuove discussioni.
Proponiamo - noi, gli atleti - di accorciare la distanza al minimo indicato dal regolamento.
L'organizzatore arriva dopo altri 20 minuti.
Niente, la gara NON si fa.
Saliamo sui gommoni e torniamo all'altra spiaggia.
Sono le 13:00.
5 ore di ping pong tra organizzazione e Giudice Arbitro su chi deve fare cosa.

Tralascio qualsiasi commento, tutto quello che dovevo dire l'ho detto là.
L'ho detto all'organizzatore e l'ho detto al Giudice Arbitro.
Siamo venuti dal Veneto, dalla Campania, dalla Liguria, dalla Toscana, dall'Emilia Romagna, addirittura dalla Sicilia.
Siamo venuti lì apposta. E ci eravamo preparati. Avevamo sacrificato le ferie per allenarci di più e meglio e ci siamo sobbarcati spese ingenti per una trasferta non esattamente low cost.

Avessimo trovato tre metri d'onda, nessuno avrebbe avuto da ridire. Ma non disputare la gara per carenze organizzative, no.
E' una presa in giro, una mancanza di rispetto nei confronti degli atleti.
Di tutti gli atleti.
Così mi sono sentito io, così si sono sentiti i ragazzi e le ragazze che erano lì.

Concludo con una considerazione a cui faccio seguire una proposta.
Per il 4° anno consecutivo una sola granfondo in calendario aperta ai Master (prima non ce n'era neanche una).
Possibile non ci sia qualche organizzatore coraggioso e capace che si vuol mettere alla prova?

Ci vediamo in mare. Nel 2014.


la rabbia di di Marcello Mento


Villasimius, venerdì 6 settembre gara di gran fondo di 20 km, l'unica gara della stagione del circuito FIN, annullata per negligenza e scarso rispetto da parte dell'organizzatore, il sig. Goffi, nei confronti degli atleti e dei loro accompagnatori. Questa la cronistoria.

La società President Bologna iscrive mio figlio alla gara avendo avuto garanzia, come si evinceva dal programma pubblicato anche sul sito nuotomaster, che erano stati previsti due percorsi alternativi. 24 ore prima della partenza si sarebbe scelto il percorso valutando le condizioni meteo.

La sera precedente mio figlio insieme ad altri atleti iscritti chiedono al sig. Goffi su quale percorso avrebbeavuto luogo la competizione. La risposta è vaga: probabilmente si terrà presso la spiaggia del Riso (percorso B), poichè presso la spiaggia del Giunco (percorso A) il mare sarebbe stato mosso. La stessa cosa ci viene detta alle ore 8.00 del giorno 6 e tutti ci rechiamo presso la lega navale, luogo del ritrovo. Fatta la punzonatura gli atleti sono in attesa della partenza prevista per le ore 9.00, ma successivamente veniamo a sapere che si partirè alle ore 10.00. Questo naturalmente mette in agitazione gli atleti vista la complessità e la durata della gara.

Nel frattempo cirendiamo conto che sia le barche che i driver erano insufficienti, e viene richiesto agli accompagnatori se qualcuno fosse stato in grado di guidare il gommone. Ci guardiamo negli occhi fra atleti e accompagnatori e allibiti ci chiedamo: ma non avevamo pagato la modesta somma di 200 euro per avere una barca per atleta a disposizione? Alle 9.30 bisognava fare ancora i contratti di nolo dei gommoni per una gara che sarebbe dovuta partire alle 9.00. Ma non è finita. Verso le 10.00 il sig. Goffi dice agli atleti di prepararsi perchè di li a poco ci sarebbe stata la partenza. Via ai rituali pre-gara: costumoni, vasellina, ultimi integratori e alimenti vari... ma sorge un pensiero: se partiamo ora arriveremo dopo le 15.00! Pazienza è l'unica gara di granfondo in Italia, Coraggio pure!.Pronti per il briefing, sono circa le 10.30. E cosa ci comunica l'organizzatore? La gara non si può fare perchè lui in realtà non aveva mai chiesto l'autorizzazione alla Capitaneria di Porto di Cagliari per il percorso B.

Ciò significa che ha preso in giro tutti, compresa la FIN, perchè sul programma era previsto il doppio percorso. Cosa ancora più grave è stata la proposta fatta al Giudice Arbitro di far disputare ugualmente la gara in giornata, facendola risultare avvenuta domenica 8 così da dare il tempo alla Capitaneria di far pervenire l'autorizzazione. O in alternativa far disputare una gara non ufficiale, senza il permesso della Capitaneria e senza la presenza dei giudici federali. Tutto ciò per evitare il rischo di dover rimborsare la quota di iscrizione. Il fatto che ci fossero atleti agonisti di livello e master che si sono sacrificati per un anno, accompagnatori che hanno speso 2 giorni di ferie, oltre al danno economico, non lo ha neanche sfiorato.

Alcuni di noi si sono recati immediatamente dal giudice arbitro a chiedere lumi sulla situazione, e ci è stato detto che nella riunione svoltasi due giorni prima con l'organizzatore, il sig. Goffi non aveva chiesto l'autorizzazione anche per il percorso B, confermandoci quindi che non l'aveva neanche la sera del 5 settembre e la mattina del 6. Quindi sapeva che la gara non si sarebbe disputata.

Ma la farsa o l'odissea per gli atleti non finisce qui. Alle 11.30 circa convoca atleti, accompagnatori e giudici dicendo che le condizioni del mare nel percorso A (spiaggia del Giunco) sono migliorate e che la Capitaneria di Porto autorizza la gara. Ci si imbarca e si raggiunge la spiaggia del Giunco, ma la risacca non permette l'attracco dei gommoni a terra. Sulla riva il giudice arbitro è presente, ma c'è il sig.Goffi latita. Noi accompagnatori restiamo in mare sui gommoni, senza sapere cosa fare, con il campo gara ancora da tracciare, senza lo striscione dell'arrivo. Nel frattempo sono le 12.00 quindi la gara presumibilmente terminerà alle 18.00 - 19.00.

Ma qui sorge un altro problema: l'ambulanza avrebbe terminato il servizio alle 16.30, questo lo apprendo dal giudice che era con me in barca, che a sua volta aveva avuto comunicazione dal giudice arbitro, quindi a quell'ora o si chiamavano fuori gli atleti dall'acqua, o non c'era copertura dell'ambulanza. Alle 12.30 ci dicono di far sbarcare gli atltleti dai gommoni e far raggiungere la riva perchè si parte dalla spiaggia. Il giudice arbitro era presso la riva, in attesa del Sig.Goffi che latitava ancora. Egli, raggiunto telefonicamente diceva che era in mare a tracciare il percorso, peccato che mancavano partenza e arrivo!!! Intanto il tempo trascorreva, si erano fatte le 13.00. Chi ha rispetto per gli atleti e conosce questo sport, soprattutto il fondo, può capire cosa significa tenere sulla corda dalle 8 del mattino sino alle 13.00 un gruppo di nuotari sicuri di dover disputare una gara. Invece a causa della negligenza del sig. Goffi, delle sue numerose mancanze e irregolarità, la gara non ha avuto luogo Cosa dire, forse il sig. Goffi dal primo momento sapeva che la gara non si sarebbe disputata? E allora perchè prendere in giro atleti e accompagnatori?

P.S. Non sarebbe il caso di organizzare un maggior numero di gare di Gran Fondo nel circuito nazionale, affidandole a organizzazioni consolidate sparse per l'Italia, in modo tale da facilitare la partecipazione a tali gare ad atleti di tutta Italia?
 
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