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Giovanni Bozzolo
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Senigallia 2013
di raffaele gambigliani zoccoli
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Il primo week-end di luglio offre un’ampia gamma di gare - sia la maratona di Piombino che la Cavi-Sestri sono nuotate stupende - però manco dall’Adriatico da troppo tempo e alla fine scelgo la superclassica di Senigallia, giunta alla trentacinquesima edizione.

Gli iscritti sono solo una settantina e il mio unico conterraneo è Roberto - uno dei tanti coach che negli ultimi vent’anni hanno tentato invano (sic) di sistemare la mia tecnica – che per la prima volta si cimenta in una gara di fondo.

Punzonatura veloce con gradita maglietta e siamo già sulla riva a leggere il percorso: un rettangolo da compiere due volte in senso orario, con primo lato lungo che costeggia la riva; il lato corto parallelo al molo che divide la spiaggia di Senigallia e il secondo lato lungo spostato verso il largo.

Il mare è mosso e si alza sempre di più all’avvicinarsi della partenza. Anche i giudici e gli organizzatori sembrano agitarsi; nessuna traccia delle barche di appoggio, una delle quattro boe viene disancorata dalle onde e comincia a muoversi verso Sud.
Passano i minuti ma la situazione rimane confusa.

“Facciamo solo un giro” stabilisce il primo giudice dopo un quarto d’ora, “non si può fare di meglio”.

Malumori vari si alzano qua e là ma anche dopo questa notizia continuiamo a non partire, il mare è sempre più mosso e qualcuno comincia a temere che la gara verrà annullata. Passa un’altra mezzoretta ma alla fine arrivano le barche di appoggio, i giudici decidono di farci partire e senza nessun appello ci spingono in mare verso i cavalloni.
Allinearsi è impossibile e quando arrivo all’altezza del via sono spostato di almeno cinquanta metri rispetto ai primi, provo a recuperare ma sono controcorrente e le bracciate sono rese inutili dai cavalloni. I giudici aspettano ancora, arriviamo tutti all’allineamento, si sente un fischio e tutti cominciano a darci dentro.

E a questo punto parte – nonostante il “dimezzamento” – una delle gare più divertenti a cui io abbia mai partecipato. Per prima cosa vedo gli agonisti che invece di seguire la traiettoria lungo la riva partono contro le onde verso il largo. Ci provo anch’io ma vengo subito scaraventato verso riva. Allora provo a seguire la linea della spiaggia, ma ogni due bracciate prendo un cavallone in faccia. Non riesco ad andare avanti e per la terza volta quest’anno (su tre gare…) penso di ritirarmi. Andare avanti è un agonia e per di più sono completamente solo. “Si saranno ritirati tutti?” mi chiedo, ma vado avanti, bracciata dopo bracciata, cavallone dopo cavallone. Dopo un po’ vedo la sabbia a dieci centimetri dal mio naso. Mi alzo in piedi (cos’altro potrei fare?), cammino verso il largo per qualche metro e poi ricomincio a darci dentro, bracciata dopo bracciata, cavallone dopo cavallone - e d’improvviso i cavalloni finiscono, il mare rimane mosso ma si riesce a nuotare.

Passo la Rotonda, comincio a prendere il mio ritmo e qualcuno mi chiama: “Raffa!!!”

E’ Robby, più saggio del sottoscritto, visto che è almeno venti metri più al largo. Ci ricongiungiamo, io vedo la boa e comincio a tirare, ma lui rimane dietro. Mollo la bracciata e provo ad aspettarlo, ma lui è sempre cinque metri indietro e io comincio ad aver paura del freddo e lo lascio “al suo destino”. Poco prima della fine del primo lato ricominciano i cavalloni e qua e là si vedono alcune meduse.

Arrivo alla prima boa tra una capovolta e un’altra, il lato corto è completamente controcorrente con onda lunga e lo nuoto piano a rana, senza nessuna fretta. Passata la seconda boa comincia la corrente a favore, anche se il riflesso del sole rende di difficile lettura il percorso. Memore del primo lato cerco di rimanere molto alto e continuo a nuotare completamente solo - sono davvero l’ultimo? mi chiedo - ma almeno la gara è diventata normale, c’è onda lunga ma si riesce a nuotare. Dopo dieci minuti comincio a vedere la terza boa, la passo e comincia l’ultimo lato corto, in cui bisogna stare attenti a non farsi schiantare dai cavalloni contro i sostegni dell’imbuto.

Arrivo senza essere stanco con la sensazione è che stata una bellissima gara - e anche se i primi cinquecento metri sono stati da capogiro avrei voglia di continuare a nuotare come da programma iniziale.
Un paio di minuti e arriva anche Robby, la sua prima gara di fondo si è trasformata nell’ennesima gara di mezzofondo….

Dopo una rapida doccia e uno spuntino al buffet sono già in partenza verso casa, con la notte rosa in Riviera vorrei evitare di passare tutto il pomeriggio in auto. Peccato solo di non aver nuotato per cinque km, ma è stata proprio una bella gara.

 
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