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Giovanni Bozzolo
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La mia Byron
di lucilla mancini
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“Ed io ti ho amato oceano
E la gioia dei miei svaghi giovanili
Era di farmi trasportare dalle onde
Come la tua schiuma;
Fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
Una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
A me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora”

George Gordon Byron


E così Byron poeta romantico inglese, amante del mare, si ritrova nel 1822 a compiere la traversata da Portovenere a San Terenzo per andare a trovare l’amico Percy B. Shelley e sua moglie. Da qui per rievocare queste gesta, nasce la Coppa Byron gara a noi tanto cara. Sono passati 189 anni e ci ritroviamo a emulare il grande poeta. Che strana sensazione …

Mentre percorro con la barca il tratto di mare che dovrò affrontare, mi echeggiano nella mente questi versi e il mare mi affascina. La sensazione di qualcosa d’immenso mi pervade. Sono qui, si sono proprio io non sto sognando! E pensare che solo tre anni fa non avrei nemmeno immaginato di poter nuotare per 7,5 Km, considerando che non avevo mai preso lezioni di nuoto in vita mia!

Mi guardo intorno vedo le facce tranquille dei miei compagni di squadra, Mario e Stefano oramai espertissimi e molto forti, e quelle di Alberto, Antonio, Sandro, Andrea un po’ più tese perché anche per loro sarà la prima Byron! E poi Massi, sorridente come sempre, e Simona G., compagna generosa di tante gare, e Daniela e Sandro che non mollano mai; Luca, Marco, Giulia, Enrico, Federico, Massimo,Tommaso, e tanti altri amici di nuotate. Mancano solo i cari Ale e Bea, e Sonia battagliera e instancabile nuotatrice, peccato!

Incredibile: un sacerdote dal molo ci da la benedizione e ci incoraggia ad affrontare la gara.

Durante il tragitto in barca guardo fuori, controllo la posizione delle boe e studio la traiettoria: visto da qui il percorso sembra lunghissimo, deglutisco e respiro per scacciare la tensione che generalmente svanisce non appena entro in acqua e comincio a nuotare perché il mare ti regala un senso di libertà e di spensieratezza unica, ti rende libero e ti carica di una forza incredibile.


Siamo tantissimi, quest’anno è la 30ª edizione con un numero d’iscritti incredibile (255). E ci sono anche degli atleti della nazionale italiana nuoto di fondo. L’emozione per la partenza cresce sempre di più, e intanto il mare si è increspato. La traversata si annuncia faticosa, ma il bello del mare è proprio questo,l’imprevedibile, e misurarsi con le onde e con le correnti. Chi si lamenta può andare a nuotare in piscina.

1… 2… 3… partenza! Sono nelle prime file. E' incredibile lo spostamento d’acqua e il movimento di braccia e gambe in cui mi vengo a trovare, riesco a uscirne indenne ad eccezione di un calcio nell’occhio, ma vado avanti nonostante il dolore. La gara si svolge al meglio, il percorso è ben individuabile e proprio per il numero dei partecipanti è difficile ritrovarsi da soli.

L’arrivo quest’anno è a Lerici, proprio a casa Shelley, dove Lord Byron si diresse in quel lontano 1822. Arrivare e toccare è fantastico, ho appena percorso 7,5 km senza esitazione. Grande! E la sensazione di appagamento psicofisica, mescolata alla stanchezza, mi travolge. Un ragazzo molto più giovane di me, di cui purtroppo non conosco il nome, mi ringrazia per avergli fatto la traiettoria per un lungo tratto. Era la sua prima Byron e sicuramente non sarà l’ultima vista, la soddisfazione sul suo viso.

Sicuramente le classifiche sono importanti e ognuno di noi gareggia per vincere, ma quando arrivi al traguardo e tocchi il tabellone ti senti grande e soddisfatto solo per avere percorso tutti quei chilometri da solo o magari aiutato o aiutando qualcun altro.

Un grazie all’Organizzazione Lerici Sport e alle giurie che ci permettono di poter fare una traversata così bella in uno scenario affascinante e romantico come il Golfo dei Poeti.

In cresta all’onda
Lucilla Mancini




 
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